Prima di comprare una riempitrice per liquidi industriale è importante considerare diversi fattori per ottimizzare al meglio l’acquisto del macchinario. Si tratta infatti di un investimento importante che deve essere studiato preventivamente.
Il primo elemento da considerare è la qualità del prodotto che si intende processare. I prodotti liquidi, infatti, possono differenziarsi tra loro per numerose caratteristiche, che rendono il processo di riempimento o imbottigliamento più o meno complesso. Andiamo ad analizzare alcuni degli elementi da esaminare riguardo ad uno specifico prodotto.
- La viscosità: per viscosità si intende la resistenza di un fluido allo scorrimento. In altre parole è l’attrito interno di un liquido e quindi la “capacità” di portare con sé tutti gli elementi del prodotto durante il movimento. Il miele, la resina o la crema sono esempi di prodotti ad alta viscosità (guarda il nostro video sulla riempitrice per crema Cm3). In questo caso, un impianto di riempimento che sfrutta solo la gravità è sufficiente. É necessario usare invece una riempitrice volumetrica a pistone. Il pistone risale nel cilindro e scende espellendo una quantità di prodotto definita attraverso gli ugelli. In questo modo la dosatura è veloce e precisa.
- La temperatura: un ulteriore fattore rilevante da considerare è la temperatura a cui deve essere trattato il prodotto. Fondamentale soprattutto nel settore agro-alimentare per merci quali il burro, la cioccolata, il latte o lo yogurt, che rischiano di rovinarsi se non viene garantita una temperatura specifica costante. I macchinari Cm3 sono progettati per essere riscaldati in base alle esigenze specifiche di ogni prodotto.
- La schiumosità: la schiumosità influenza la scelta della dosatura e degli ugelli specifici utilizzabili. Prodotti come la birra, lo shampoo o alcuni detergenti necessitano infatti di una dosatura specifica che impedisce al prodotto di creare schiuma. Per evitare questo inconveniente, è necessaria una dosatura volumetrica tuffante, in cui l’erogazione del prodotto avviene simultaneamente alla risalita del becco. Così facendo, si permette alla parte finale del beccuccio di rimanere sempre a contatto con il prodotto erogato e si riduce la quantità di schiuma, ottenendo in questo modo una dosatura “pulita”.
Parliamo ora dell’imballaggio, un fattore da valutare attentamente, che dipende direttamente dalle caratteristiche del prodotto. Sono numerose le tipologie di contenitore tra cui si può scegliere; a partire dalle bottiglie di plastica, ai vasetti di vetro sino alle fiale o ai secchielli. Tuttavia, è fondamentale che l’imballaggio scelto sia compatibile con il prodotto. Gli elementi stessi dell’imballaggio quali il materiale, la trasparenza, la resistenza al calore ed il peso devono essere accuratamente considerati prima di decidere il tipo di riempimento più adatto .Il settore alimentare ad esempio richiede l’utilizzo di materiali plastici particolari che non rilasciano sostanze chimiche.
Una volta valutati prodotto ed imballaggio, occorre calcolare il flusso di riempimento ovvero la quantità di prodotto che riesce a passare attraverso una sezione in un intervallo di tempo determinato (solitamente misurato in lpm ovvero litri al minuto). Infine, determinante ai fini della scelta del giusto impianto, è la quantità di unità di prodotto che si ha intenzione di produrre (il cosiddetto tasso di riempimento). In questo modo potrai decidere se orientarti verso una macchina manuale, semi automatica oppure automatica, considerando che le riempitrici automatiche arrivano a riempire anche 800 pezzi al minuto.